Allattamento a orari fissi o su richiesta?
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Meglio allattare seguendo un orario o assecondare le esigenze del bambino? Scopri le differenze e scegli l’approccio più adatto a te e al tuo piccolo.

Perché scegliere l’allattamento “a richiesta"
Imparare a comprendere le esigenze del bambino e a rispondere in modo adeguato può non essere un fatto scontato nei primi giorni dopo il parto e non soltanto quando si è alle prese con il primo figlio, poiché ogni bambino è un mondo a sé, con i propri bisogni particolarissimi e il proprio modo di esprimerli.
La modalità di allattamento che non prevede la somministrazione dei pasti a orari fissi, ma il rispetto della domanda di allattamento del bambino è detta "allattamento a richiesta" ed è quella ritenuta più vantaggiosa e favorevole perché asseconda le richieste del bimbo e, di conseguenza, le esigenze nutrizionali fisiologiche del neonato.
Assecondare l'allattamento a richiesta permette di stabilire un equilibrio tra la produzione di latte da parte della mamma e la domanda di allattamento del bambino: con questa modalità sarà possibile avere sempre latte a sufficienza per tutto il periodo desiderato prima dell’introduzione dell’alimentazione complementare e ridurre gli inconvenienti per la mamma legati all'eccessiva produzione di latte e al suo "ristagno" nel seno tra una poppata e l’altra, come perdite spontanee (anche abbondanti) dal capezzolo o ingorghi dolorosi della ghiandola mammaria.
Anche la durata della poppata deve essere decisa dal bambino, che è perfettamente in grado di autoregolarsi e si staccherà quando avrà mangiato a sufficienza. Se dopo aver allattato da un lato (quello che si percepisce più "carico" di latte), il neonato mostra ancora desiderio di succhiare, si deve offrire anche l'altro seno.
Se si teme che il bambino non stia mangiando e/o crescendo a sufficienza, si può valutare l'incremento di peso del bambino, che deve essere di circa 125 g alla settimana. Un’altra indicazione utile è il calcolo dei pannolini riempiti quotidianamente: se il bambino assume solo latte devono essere almeno 6 al giorno e l'urina deve essere chiara e trasparente.
I benefici dell'allattamento al seno
I riconosciuti benefici dell'allattamento al seno per il bambino comprendono una maggiore protezione da parte del sistema immunitario, con conseguente minor rischio di infezioni acute soprattutto, ma non solo, nel primo anno di vita (polmonite, otiti, infezioni da Haemophilus influenzae, meningiti e infezioni urinarie), e una riduzione della possibilità di sviluppare e diabete di tipo II e obesità negli anni successivi.
Inoltre, i neonati allattati al seno sono interessati con minore frequenza e per tempi più brevi da gastroenteriti, problemi di digestione, coliche ecc.
Per quanto riguarda la mamma, quello dell'allattamento al seno è sicuramente un periodo impegnativo, ma anche molto positivo, sotto molti punti di vista.
Tra i principali benefici fisici che comporta ci sono la più rapida ripresa della normale anatomia dell'apparato riproduttivo dopo il parto (ritorno dell'utero alle sue normali dimensioni), la posticipazione della ripresa del ciclo mestruale (con conseguente riduzione del rischio di anemia da carenza di ferro), un più rapido recupero del peso forma (a patto di mangiare in modo sano e bilanciato), la diminuzione del rischio di sviluppare tumore del seno prima della menopausa e tumore dell'ovaio.
Come capire i bisogni del bambino
Ma come si fa a capire che il neonato vuole mangiare? Diciamo subito che non c'è bisogno di aspettare un pianto disperato per offrire il seno o il biberon: la domanda di allattamento si riconosce dal fatto che il neonato inizia a girare la testa da un lato all'altro, a succhiarsi le manine o a fare movimenti di suzione con le labbra, a stiracchiarsi, a emettere brontolii ecc.
Se si è incerti sull'interpretazione dei gesti e dei comportamenti, è sufficiente avvicinare il neonato al seno o al biberon: sarà lui ad attaccarsi in modo spontaneo e a succhiare, se lo desidera.
Per far sì che il momento delle poppate sia agevole e gradevole per entrambi, la mamma deve mettersi seduta in una posizione comoda, in cui si senta perfettamente rilassata e a proprio agio, preferibilmente ponendo un cuscino dietro la schiena.
E’ importante assicurarsi che la testa, il collo e la colonna vertebrale del bambino siano allineati. La testa del bambino deve essere avvicinata al seno con la bocca e il nasino all'altezza del capezzolo, appoggiandola al braccio che lo sostiene oppure sorretta posteriormente (alla base del collo) con l'altra mano, con delicatezza.
Se il bambino si sveglia di notte per la fame la mamma può allattare anche sdraiandosi su un fianco (lo stesso del seno da offrire) e adagiando il bambino di fronte con bocca e nasino davanti al capezzolo.
Allattamento a richiesta: fino a quando?
L'Organizzazione Mondiale della Sanità e tutte le istituzioni sanitarie raccomandano che l'allattamento esclusivo al seno continui per sei mesi dopo la nascita del bambino, per poi rappresentare comunque una parte importante dell’alimentazione del bambino per almeno i primi due anni di vita.
L'allattamento a richiesta esclusivo pone un certo numero di vincoli di tipo pratico e organizzativo alla mamma, che deve essere sempre disponibile quando il bambino desidera nutrirsi. Nei primi mesi dopo il parto, il problema è relativo perché la mamma non deve rispettare obblighi od orari lavorativi e può dedicare al neonato tutto il tempo necessario, offrendo le poppate con la frequenza desiderata dal bambino.
Quando, però, il periodo del congedo di maternità inizia a esaurirsi è necessario organizzarsi se si vuole continuare ancora per qualche mese l'allattamento a richiesta. Per farlo è possibile allattare al seno il bambino negli orari in cui si è a casa e preparare scorte di latte materno (prelevato con il tiralatte), che una persona di fiducia somministrerà con il biberon quando la mamma è al lavoro.
A partire dal 6° mese di vita, in genere, si avvia la fase di alimentazione complementare durante la quale il numero di poppate diminuirà. Tuttavia, non vi è indicazione a smettere di allattare al seno, anzi, è consigliato continuare fino a tutto il secondo anno di vita e anche oltre, se desiderato sia da voi sia dal vostro bambino.
Allattamento a richiesta: come smettere
Rinunciare a un'abitudine piacevole e ad avere quel che si desidera non appena lo si chiede non è facile per nessuno, ma i bambini riescono ad adattarsi molto più degli adulti a qualunque cambiamento.
Nonostante qualche rimostranza e pianto iniziali, anche passare dall'allattamento a richiesta ai pasti a orari fissi non sarà per loro un grande problema, soprattutto se questo passaggio verrà affrontato gradualmente e con serenità, rispettando i “tempi” del proprio bambino.
Qualche problema in più potrebbe averlo la mamma, poiché la produzione di latte, fino a quel momento in equilibrio con la domanda di allattamento del bambino, continuerà a mantenersi tale per un certo periodo, determinando perdite spontanee dal seno (anche abbondanti) in diverse occasioni della giornata, con conseguente disagio.
Il fenomeno, in genere, non dura a lungo e per ovviare alle perdite è possibile utilizzare “coppette” assorbilatte da inserire nel reggiseno per ridurre il rischio di macchiare i vestiti mentre si è fuori casa o al lavoro.
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